La vittoria degli "Umarell"

Una favola moderna

Qualche giorno fa Gaia, un’artista romana, ha postato questo articolo di Artribune sulla chat del Co.R.A.S., comitato romano artist* di strada: https://www.artribune.com/arti-performative/musica/2024/03/progetto-open-stage-musica-citta/ . È un’intervista al fondatore di Open Stage, la piattaforma su cui, a Milano, si prenotano le postazioni di arte di strada. La frase che ha colpito di più me, che pratico l’arte di strada da decine di anni, la pronuncia subito: “Allora ero al primo anno d’università, osservavo con curiosità le smart city e l’arte di strada di Milano.” Osservavo! 


Il verbo osservare mi ha fatto venire voglia di raccontare una favola.


C’era una volta un cantiere. Stavano costruendo un palazzo. Due “umarell” con le braccia dietro la schiena stavano osservando. A un certo momento ne è arrivato un terzo. Per un po’ ha guardato in silenzio con gli altri e poi ha detto:

(Questa parte traducetela nel vostro dialetto)

  • Ma qui basterebbe un app!
  • Un app, cos’è un app?
  • Ma sì con lo smartphone, non servono i muratori veri, tutti possono fare, clicchi qui, fai di là, metti un like e vien su il palazzo
  • Ma davvero?
  • Certo. Io c’ho l’idea, è che mi mancano gli agganci

Gli altri

  • Io c’ho un cugino monsignore
  • Io ho qualche soldo da parte

Allora i tre si sono messi insieme. Sono andati dal cugino monsignore che li ha presentati ad altri monsignori. Si è organizzata una festa con gli imprenditori. C’erano anche degli amici banchieri che, ogni tanto, anche loro, vanno a vedere i cantieri. Un giorno il monsignore li chiama e gli comunica: il club dei decisori si è riunito e ha deciso: da domani tutti i palazzi saranno tirati su con l’app. 


Un successo strepitoso!


Arrivano da tutta Italia muratori virtuali, che non sanno bene cosa fare, ma cominciano a picconare, mischiare cemento, tirare su muri, abbattere alberi, spostare giardini. Sempre guardando l’app. Non le staccano mai gli occhi di dosso. L’app ora gli promette anche di diventare ingegneri, architetti, progettisti basta iscriversi ai corsi, ai concorsi e ai gran premi. E allora arrivano tantissimi altri muratori virtuali e tanti altri ancora premono per diventare anche loro muratori virtuali.


I muratori veri, nel frattempo, sono stati licenziati e si sono trovati, altri lavori, costruiscono altrove, dove l’app degli umarell non è ancora arrivata, ma ogni tanto si vedono, si sentono e commentano:


  • Per me quel palazzo lì vien giù
  • quest’altro non può stare su
  • Che disastro!


Puntualmente i palazzi crollano uno a uno. La città è rasa al suolo: Sull’app non si vede, va tutto bene. Gli “umarell” esultano. Festeggiano e stanno già pensando alle prossime osservazioni. Il mondo trema.

I personaggi e gli interpreti sono assolutamente inventati e qualsiasi allusione a fatti realmente accaduti o persone esistenti è puramente casuale.

Giuseppe Boron 8 dicembre 2024
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