Il coraggio di essere nel giusto
Gli artisti di Genova si rifiutano di iscriversi alla piattaforma Open Stage per praticare l’arte di strada per le vie e le piazze della loro città. Un nuovo ignobile regolamento, redatto da chi non sa neppure cosa sia l’arte di strada, li obbligherebbe a farlo e a prenotare sulla piattaforma le postazioni in cui esibirsi. Questo regolamento proibisce di fatto, in ogni luogo dove sempre è stata esercitata, l’arte di strada. E gli artisti non ci stanno. W gli artisti.
Viva chi disobbedisce all’iniquità, alla cecità, alla proibizione. Il vero degrado è cacciare gli artisti e lasciare la città nel suo silenzio assordante fatto solo di traffico e di lavori in corso. Il vero degrado è l’incompetenza degli amministratori che legiferano senza conoscere, e, purtroppo, non solo a Genova.
Il nuovo regolamento di Genova è un lungo elenco di divieti e obblighi, che non sto a elencare, ma come tutti comincia con l’annuncio di quanto l’amministrazione ami l’arte di strada e la voglia valorizzare. Copia e incolla di tanti altri regolamenti. Però almeno da altre parti hanno letto cosa stavano scrivendo, a Genova no, perché hanno lasciato enunciato il principio dell’estemporaneità dell’arte di strada e poi hanno messo orari e prenotazioni. Perché non fate un altro mestiere?
Poi, perché adottare la prenotazione delle postazioni online? Genova è sempre stata una città in cui gli artisti hanno dimostrato la capacità di alternarsi senza mai avere problemi fra loro e in cui, chi viene da fuori, è sempre bene accetto e ha sempre trovato spazio, io in primis. Perché vedete, amministratori, l’arte di strada è l’utilizzo artistico dello spazio pubblico all’interno di regole condivise, non di regolamenti repressivi e/o proibizionisti.
A Genova sarebbe bastato il dialogo e invece avete fatto un “blitz”.
Come società di gestione poi avete scelto Open Stage, che già ha avuto ed ha tuttora una serie di problemi a Milano, uno dei quali si è già puntualmente verificato a Genova, ovvero di un’artista che si è prenotato nello stesso giorno, più o meno negli stessi orari, sia a Genova che a Milano, poi naturalmente a Genova non ci è andato, fenomeno, l’assenteismo, che, a Milano, da tempo impedisce l’uso delle postazioni a molti artisti.
Cari amministratori genovesi, se aveste approfonditamente analizzato quello che è successo a Milano in questi due anni forse avreste agito diversamente.
A Milano c’era un sistema che funzionava. Ora c’è il delirio. Cosa è successo di simile nelle due città? È arrivata la piattaforma Open Stage e hanno chiuso il centro storico agli artisti a Milano e viceversa a Genova. Meditate cittadini, artisti e amministratori.
FNAS è e sarà sempre a fianco degli artisti di Genova, e se ci saranno multe lanceremo una sottoscrizione nazionale per pagarle e sostenere questa battaglia di libertà