C'è strada e strada, quella di Giuseppe Polone è magica. In tutti i sensi. La sua “Università stradale matematica d'Italia”, ricca di quadrati carichi di numeri che come li giri, li sommi, li pensi danno sempre lo stesso risultato, si trova solitamente davanti alla chiesa di Sant'Angelo a Napoli. Cartelli e cifre e cifre e cartelli, un'aula all'aperto che incuriosisce, acchiappa e trasforma una ‘lezione' in un incontro speciale. Alla portata di tutti.
Giuseppe ti laurea matematico in una decina di minuti, con le sue formule sorprende chi la matematica la insegna, la studia e persino i commercialisti, il che è tutto dire. “Mi hanno chiamato per una loro convention, il tempo di una breve dimostrazione”, spiega. Ha 70 anni “ma ben portati”, ci tiene a sottolinearlo. “Gioco ancora a pallone, sono in gran forma, mica si vede l'età”, racconta. Si diverte nei panni dell'artista in strada, tra lui e il pubblico c'è quel tanto di calcolo capace di suscitare sorpresa e di restituire il sorriso a chi, di passaggio, incappa nell'università più democratica e bizzarra della città. E' l'uomo dei numeri all'aperto, celebrato su youtube, intervistato dai giornali, invitato a trasmissioni televisive, non ultima ‘Superbrain' di Rai1. “Sono un autodidatta, ho solo la V elementare, queste formule le ho perfezionate in Amazzonia, sono figlie della paura –; racconta –; sono rimasto intrappolato da un'alluvione, ero là perché amo l'avventura. Sono rimasto chiuso nella jeep impantanata per un mese, per non impazzire pensavo e creavo: formule matematiche e cruciverba”. La paura fa 90, soprattutto a Napoli, ma tutti gli altri numeri sono più affascinanti. E hanno vinto su tutta la linea grazie alla passione che Giuseppe nutre nell'incrociarli e addomesticarli al gioco della sua vita rinnovato ogni giorno in strada tra quadrati magici e torri matematiche da guinness. Genio e cabala numerica da mettere in scena per il piacere dei passanti e le tasche del campione. “Ogni due anni partecipo ai campionati mondiali di matematica, sono un campione, è anche scritto sul cartellino che porto al collo”, dice con soddisfazione. Non usa i ‘social', non ha mai visto un computer e, a quanto pare, non ne sente la mancanza. In ogni caso non teme la sfida della tecnologia. “Se c'è qualcosa di matematico da risolvere invito chiunque a sfidarmi e a presentarsi con un computer”. La matematica, la sua, è un'arte condivisa. Una ricchezza on the road.