Quando l’amministrazione non ama l’arte di strada

Ordinanze poco chiare e silenzi eloquenti

Se sei un artista di strada ti trovi a destreggiarti dentro ad una giungla, costituita da documenti, regolamenti e delibere, per poter avere il permesso di esibirti.

Capita che spesso che i regolamenti delle varie città in cui vuoi praticare la tua arte siano poco chiari, poco comprensibili, molto diversi tra loro. Capita, a volte, che ci sia poca conoscenza da parte delle amministrazioni, che rende difficile (o quasi impossibile) praticare.

Esistono Comuni accoglienti e Amici dell'Arte di Strada, Comuni che sono completamente liberi e Comuni regolati solo nelle zone che lo rendono necessario, per meglio gestire le esigenze di artisti e cittadini.

Ma esistono anche Comuni ostili, comuni che non hanno una delibera specifica, comuni che all'apparenza sono “permissivi”, ma nel profondo utilizzano meccaniche difficili da gestire, delibere e permessi che rimbalzano da un ufficio all'altro, magari passando dal Comando dei Vigili Urbani, che alla domanda: “Esiste un'ordinanza sull'arte di strada? Vorrei praticare nella vostra città, vorrei capire come posso avere un permesso” ti rispondono con poche parole e molta fretta, dicendo che si deve presentare un'istanza, ma che con molta probabilità non verrà accettata e che al massimo è necessario richiedere il permesso per occupare il suolo pubblico.

Succede a Praia a Mare, in Calabria. Succede a ben due artisti nell'arco di 48 ore.

Entrambi gli artisti che, nelle giornate del 22 e 23 agosto 2018 hanno portato le loro performance per le vie del Comune in provincia di Cosenza, hanno avuto difficoltà nel potersi esibire legalmente, con i permessi necessari, nonostante la volontà di richiederli e cercare un appropriato regolamento cittadino.

Un paese come Praia a Mare, ha dimostrato di gradire l'arte di strada. I cittadini hanno manifestato interesse, partecipazione e solidarietà verso entrambi gli artisti, che hanno raccolto attorno a sé tante persone, durante le loro esibizioni, interrotte poi dai vigili urbani.

Che male può fare un giocoliere? E un clown che modella palloncini e fa ridere grandi e bambini con i suoi giochi di prestigio?

Parlando con Giovanni Messina, uno dei due artisti che hanno denunciato l'accaduto alla Federazione, arriva limpida la sensazione che gli abitanti e i villeggianti abbiano voglia di vedere gli artisti all'opera, che abbiano l'esigenza di strade aperte alla libera espressione, sì, perché prima di tutto si parla proprio di libertà d'espressione.

L'arte di strada può essere un valore aggiunto, quando rispettosa di tutti: cittadini, artisti, amministrazioni.

La Federazione promuove, per questo, strumenti come Arthecity Network, che possano contribuire ad avere territori liberi e accoglienti, aperti al dialogo e alla sperimentazione, che beneficiano di tutto ciò che gli artisti possono portare e di conseguenza agevolano l'utilizzo artistico dello spazio pubblico attraverso politiche serie.

Una riflessione, che speriamo giunga a tutte le amministrazioni che si riconoscono nell'esempio sopra citato. Arte di strada e libera espressione sono mezzi di aggregazione, inclusione e scambio. Allora chiediamo ai Comuni: Perché rinunciare all'apporto dell'arte di strada, gratuito, popolare e sociale quando esiste la possibilità di goderne e rendere la propria città più attrattiva e accogliente entrando in sintonia con il volere dei propri concittadini?

Quando l’amministrazione non ama l’arte di strada
Redazione FNAS 27 agosto 2018
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