L'estate propizia le letture messe da parte in tempi di sovraffollamento di lavoro e, finalmente, è arrivato il momento di leggere anche Saltimbanchi a Milano, l'ultima opera scritta da Claudio Madia per Funambolo edizioni.Una gradevole sorpresa: un pò saggio, un pò indagine socio culturale, un pò brillante narrazione, è un libro che si è decisamente imposto all'attenzione e si è fatto leggere con entusiasmo (e un pizzico di malinconia).
“In realtà - ci racconta Madia - ho iniziato a scrivere partendo dalla raccolta puramente asettica e pragmatica di dati e informazioni circa la presenza - sul territorio milanese - di artisti di strada tra gli ani '70 e '90. Non volevo soffermarmi su nomi famosi, anzi, cercavo segni del passaggio di sconosciuti, volevo dare un nome ai piccoli Barnum nome agli artisti misconosciuti che non hanno lasciato traccia perché a quell'epoca non c'era ancora Internet. Nel raccontare di questo mondo mi sono accorto di come mano a mano, nel tempo, sia divenuto di moda e del fatto che oggi, dopo 30 anni, grazie soprattutto al Cirque du Soleil questo comparto viva un vero e proprio boom. Ma io nella mia ricerca inseguivo i “vecchi guitti” il cui spirito in qualche modo sopravvive (anche se raro), quei personaggi che non avevano particolari velleità artistiche o specifiche destrezze, non finivano all'accademia e non assurgevano alle cronache dell'arte. Per fare una similitudine, cercavo coloro ai quali non importava esibirsi davanti al re, ma bensì mangiare bene all'osteria del paese, gli artisti precursori dell'oggi, coloro che hanno sfidato pregiudizi e reticenze. ”
“La mia ricerca - continua l'autore - ha riportato alla luce aneddoti e storie di personaggi mai dimenticati, come il Mago Barnaba - vero guitto dei giorni nostri - che si proponeva in veste di mago, e che senza magia alcuna riusciva comunque a intrattenere e farsi amare dal pubblico. Il lavoro ha preso la forma del libro nel narrare le gesta dei più famosi saltimbanchi milanesi (Dario Fo, Jannacci, Cochi e Renato) negli anni '70, per poi giungere ai più recenti casi di Raul Cremona, Giovanni Storti e Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, Leo Bassi, e solo per citarne alcuni. Tutti artisti che hanno rivalutato, lavorando sull'accezione più poetica del termine, il ruolo e la reputazione dell'artista di strada, sino ad allora considerato in modo dispregiativo.”
Claudio Madia parte da Milano e spinge il suo sguardo e le sue riflessioni al resto dell' Italia e alle principali città europee, lasciando la sua vibrante testimonianza di autentico saltimbanco attraverso questo suo ultimo libro.
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