Venerdì 4 ottobre 2024. Parto da Milano per Monte San Giusto, dove si sta svolgendo il festival Clown & Clown. Sarò nella giuria del premio Takimiri. Un evento nell’evento che da qualche hanno premia spettacoli di Clownerie di giovani compagnie. Come FNAS prima, e come Outdoor Arts Italia ora, selezioniamo una compagnia o un/una artista per la nostra vetrina nazionale “FNAS showcase”. Treno da Milano a Civitanova Marche. Viaggio della speranza, 6 ore + ritardo di mezz’ora perché un tizio nel vagone si è sentito male. Un signore di 50 anni, diabetico. Ad Ancona sono saliti i medici per visitarlo. Aveva la glicemia a 400. Dopo una serie di domande della dottoressa ha confessato di essersi mangiato un vasetto di Nutella. L’hanno portato all’ospedale. Io l’avrei multato per interruzione di pubblico servizio, se lo sarebbe meritato.
Alle 21.15 arrivo a Civitanova Marche, ad attendermi c’è Emiliano, saliamo in furgone e subito si entra in atmosfera festival. La pioggia, gli spettacoli, il Clown & Clown che coinvolge tutto il paese. Ed è così. Qui anche il campanile ha il naso rosso, non sto scherzando. Si arriva e le impareggiabili signore della cucina del festival mi rifocillano: qui l’ospitalità non è mica uno scherzo. Esco e incontro Renzo, Mabo Band, uno degli ideatori del festival, che è giunto alla ventesima edizione. Io Renzo lo conosco da 25 anni. Doveva ancora nascere il festival. Come passa il tempo. Gli chiedo degli altri. Amilcare non sta bene. Anche Fabio, il mio socio, se l’è passata brutta. Però adesso va meglio. Ci salutiamo. Sono stanco vado a letto. L’albergo è a due passi. Domani è una lunga giornata di festival.
Mi sveglio alle 10. Faccio colazione tardi con un tè e una brioche enorme, di cui parlerò dopo, chiacchierando con la receptionist. Mi dice che assomiglio a Della Valle, quello delle scarpe e vorrebbe convincermi a presentarmi come sosia in qualche trasmissione televisiva. La assecondo perché sono un ragazzo educato. Finisco e esco. In giro per il paese tecnici che montano strutture. Artisti che si scambiano saluti e convenevoli. Tanti clown volontari. Qui a Monte San Giusto, in occasione del festival, si incontrano ogni anno tutte le associazioni italiane di clown dottori, come si definiscono loro. Sono tantissimi e tutti colorati. Ho sempre trovato il clown una figura controversa: spaventosa o divertente. Verso l’una vado a pranzo dalle signore del festival. Coda di artisti mischiati con volontari, tecnici, organizzatori. Un sacco di gente. Arriva il mio turno: cannelloni ricotta e spinaci, frittelle di ceci e zucchine, insalata verde e torta. Perché qui, nelle Marche, l’ospitalità non è uno scherzo.
Sono le 15. È giunto il momento del premio. Quattro artisti/compagnie selezionati/e. Nell’ordine:
Ete Clown, meraviglioso personaggio. Drammatico e divertente, gioioso e triste. Me lo porterei a casa.
Chien barbù mal rasè. Vecchie conoscenze. Bravissimi improvvisatori. Sempre sul pezzo.
Compagnia Chalibares. La sorpresa. 3 ragazzi e una ragazza. 2 musicisti e due giocolieri/acrobati. Originali, preparati, geniali. Tutta farina del loro sacco.
Manteca al dente. Bravino, ma scontato.
Ete vince il premio della giuria dei bambini. I Chalibares vincono il premio Takimiri e io li scelgo per la vetrina, sono troppo bravi. Glielo dico. Sembrano molto felici. Ora vado in albergo perché alle 19.00 ci hanno invitato a cena al ristorante Nicolì. Ragazzi, nelle Marche l’ospitalità non è uno scherzo.
Ore 19.00, da Nicolì si mangia che è una favola e si beve anche meglio. A cena si parla di spettacoli, di artisti, di politica culturale. Quando si ha bevuto un po’ tutto appare anche più interessante e le cose che si dicono più intelligenti. Vi dico un segreto: “non è vero!”. Dopo cena spettacoli, e di conseguenza artisti e politica culturale. È mezzanotte. A nanna.
Alle 8 sveglia. Doccia e poi colazione. La sala è piena di volontari delle associazioni di clown dottori. Colgo alcune situazioni. Ci sono i “Nasi per caso” di Ivrea, lo leggo sulle loro magliette. Una signora veneta, anche lei vestita da clown, che non ha chiuso occhio perché il vicino di stanza russava come un caprone. Un altro signore Veneto che si lamenta del tavolo stretto e suggerisce che, al posto delle 4 gambe, si ponga una sola colonna centrale a sostegno della tavola. I colori prevalenti sono: tutti. Non ne manca neanche uno, anzi forse ce n’è qualcuno in più. La receptionist, che è anche barista e cuoca, mi ricorda la mia somiglianza con Della Valle e tutto quello che questo può comportare. Mi avvicino al tavolo delle brioches. Sono taglia King size, veramente enormi, non ne ho mai viste di così grandi. Non perdere mai la gioia di meravigliarti” dice lo slogan del festival. Sono strabiliato dalle brioches. L’ospitalità, qui nelle Marche, non è uno scherzo.
Ore 10. Arriva Rossano a prendermi per portarmi in stazione a Civitanova Marche. Due chiacchiere su artisti, festival e politiche culturali e siamo arrivati. Il treno è in ritardo di 15 minuti. Vado a farmi un caffè al bar. 90 centesimi. L’ospitalità, qui nelle Marche, non è mai uno scherzo.
Direi che posso anche fermarmi qui. La Compagnia Chalibares sarà ospitata al FNAS Showcase 2025 (o come si chiamerà l’anno prossimo). Ho fatto tutte le pubbliche relazioni possibili e torno a casa contento ringraziando tutti gli amici di Clown & Clown.
Qualche immagine: