Milano, dove nasce il degrado

Quando manca una politica culturale i risultati non possono che essere negativi

C’era una volta, fino a due anni fa, un luogo, il centro di Milano, dove un numero congruo di artisti di strada poteva trovare postazioni libere per praticare la propria arte, magari, e giustamente, non quotidianamente, ma si trovavano di lì a qualche giorno. Artisti che venivano da fuori saltuariamente trovavano spazi e la collaborazione fra amministrazione, associazioni di artisti e gestore della piattaforma era serena e fattiva. Certo, i problemi non mancavano, ma c’era capacità di analisi e voglia di risolverli. La favola è finita con la nomina dell’attuale assessora e del suo staff.


La situazione attuale è la seguente: nessun artista, che si possa chiamare tale, trova più una postazione centrale. Chi viene da fuori deve programmare la sua esibizione molto in anticipo e prenotarsi. La collaborazione è finita e, vi assicuro, non certo per colpa delle associazioni, continuamente impegnate a suggerire soluzioni e mai ascoltate.


Purtroppo questo assessorato non attua nessuna politica di valorizzazione dell’arte di strada e ne sta determinando il degrado per incompetenza. Mi spiego.

L’arte di strada, a Milano, dipende dall’assessorato per le politiche giovanili. Probabilmente perché nessuno la voleva. Per la cultura è troppo poco e gli altri assessorati hanno altro da fare. Però signore e signori parliamo di arte. E l’arte porta con sé un bagaglio di cultura, educazione e formazione che l’assessorato alle Politiche Giovanili avrebbe dovuto saper cogliere. Capire il percorso che l’esperienza dell’arte di strada può dare ai giovani artisti e indirizzarlo. Quindi?


Quindi farne un progetto politico. Spiegare ai giovani che bisogna studiare, prepararsi, che il fine è l’esperienza, la formazione e non il successo. Che fare arte di strada significa voler far crescere la propria espressività artistica attraverso un processo educativo che è fatto di rispetto di regole, di studio, di ascolto e di condivisione dello spazio pubblico.


Sarebbero potuti partire molti progetti educativi nei quartieri, nelle scuole, nelle strade. Si sarebbe potuto elaborare un libretto esplicativo sull’etica e sulle regole da distribuire a chi pratica per la prima volta, così come fanno a Londra e a Berlino e chissà in quante altre città. Tra l’altro il libretto di Londra è stato da noi consegnato all’assessorato già tradotto in italiano mesi fa. 


A maggio 2024 su questi temi abbiamo organizzato, in collaborazione con il Municipio 1 di Milano e il teatro Carcano un convegno dove l’assessorato ha brillato per la sua assenza. La politica dell’assenza e l’assenza della politica, essenza di questa politica.


E invece si è scelto di non fare. La gestione della piattaforma informatica è stata data a un’azienda commerciale che si occupa anche di organizzazione eventi, completamente estranea e impreparata e che, da subito, si è dimostrata interessata solo ed esclusivamente a promuovere i propri prodotti alla platea degli artisti iscritti. L’arte di strada appare una nuova via per arrivare al successo. Maneskin docet. Si banalizza tutto il percorso. Il degrado nasce dall’assessorato e prosegue con la piattaforma.


Dispiace che molti artisti non pratichino più a Milano e che molti non lo facciano più, se non sporadicamente, in centro. E che al loro posto si debbano vedere e sentire molte cose brutte. Cose brutte che hanno portato nell’ottobre del 2023 l’assessorato a far votare alla giunta comunale una delibera che ha vietato l’arte di strada amplificata durante il giorno su tutto l’asse che va dal Castello a Piazza San Babila. Chiudendo di fatto altri spazi anche ai musicisti virtuosi, che non si prenotano più, ma aprendoli a tutti gli altri, che prenotano anche per amici e parenti. Perché quando vieti, ma non sai far rispettare i divieti fai solo il gioco di coloro che se ne fregano. Morale: degrado con permesso prenotato regolarmente. Premiata ditta assessorato+piattaforma.


La settimana scorsa abbiamo inviata (le quattro associazioni di Artisti di strada di Milano) una richiesta di ripristinare le prenotazioni così come erano prima dell’ottobre del 2023 in quanto la delibera è scaduta. Non ci hanno ancora risposto. La speranza è di riavere almeno qualche slot prenotatile in più durante la settimana. Per una politica diversa la speranza l’abbiamo perduta. Ne approfitto per ricordare l’appuntamento per tutti gli artisti: lunedì 11 novembre ore 17.30 Circolo Carminelli Via Archimede 13.

Milano, dove nasce il degrado
Duo Nebbia, Giuseppe Boron 4 novembre 2024
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